12/03/14

A spasso con i dinosauri





È uscito nelle sale italiane il 23 gennaio 2014 il nuovo film per ragazzi, ambientato nella preistoria: "A spasso con i dinosauri". I dinosauri vivono da sempre nell'immaginario dei bambini e non solo, come dimostra il grande successo avuto negli anni '90 dal film Jurassic Park, di Spielberg o la serie televisiva lanciata nel 1999 dalla BBC, dal titolo "Nel mondo dei dinosauri".
Il film, della durata di 87 minuti, distribuito dalla Twentieth Century Fox, è stato prodotto nel 2013, con il titolo originale "Walking with dinosaurs". Il team che lo ha realizzato è composto da un noto sceneggiatore di film di natura evoluzionista (John Collee), da un produttore di documentari naturalistici (Neil Nightingale) e da un  regista (Barry Cook) che ha lavorato anche per la Walt Disney.
Il risultato della collaborazione tra questi tre personaggi è un film con un preciso intento educativo, ambientato in un contesto naturale il piu possibile realistico e credibile, narrato secondo gli schemi dell'animazione classica.
La trama: A raccontare questa storia, ambientata circa 70 milioni di anni fa, è l'uccello preistorico Alexornis Alex. Il protagonista della storia è Patchi, un cucciolo di Pachyrhinosaurus canadensis (dinosauro erbivoro, vissuto nel Nordamerica occidentale durante il cretaceo superiore). Figlio del capobranco, Patchi è piccolo e gracile e particolarmente pacifico, a differenza del suo prepotente fratello maggiore, Musone. Durante la Grande migrazione, il padre muore e Patchi, Musone e la loro amica Ginepro si trovano separati dal branco, in una foresta incendiata. Il piccolo gruppo si trova a dover affrontare un mondo selvaggio e sconosciuto, vivendo al contempo una grande avventura che porterà Patchi a maturare in fretta, e a prendere coscienza che un vero capobranco non si vede soltanto dalla forza fisica ma anche dal coraggio di assumersi le responsabilità nelle decisioni difficili. La resa dei conti arriverà con i dinosauri della regione artica del nord.

Lo schema è  quello classico dei film di Walt Disney, con un cucciolo che nasce debole e indifeso, scopre che il mondo può anche essere malvagio e terribile ma che alla fine capisce che è il buon cuore, più che la forza e la potenza, a permettere di raggiungere i propri obiettivi.
L'impronta del documentarista si nota fin da subito, nei nomi dei dinosauri che compaiono in sovrimpressione, tradotti e spiegati. Il vero scopo di questo film è, infatti, insegnare qualcosa sulla vita dei dinosauri: la loro grande varietà, gli habitat in cui si muovevano e le loro abitudini, alimentari e comportamentali. 

«Si è trattato di narrare una bella storia e di dare vita a dei personaggi in cui il pubblico possa identificarsi emotivamente»

questa la dichiarazione del regista Barry Cook, a cui fanno eco le parole del documentarista Neil Nightingale:
«Vogliamo che gli spettatori amino i personaggi e desiderino essere trasportati indietro nel tempo in un mondo che è esistito milioni di anni fa»
Questi sono i punti di forza di un film che piace soprattutto ai più piccini (non dimentichiamo che anche George, il fratellino della popolare Peppa Pig, sa solo pronunciare la parola "dinosauro!"). Il punto debole, che fa un po' arricciare il naso agli spettatori adulti, è la scelta di non muovere le bocche dei dinosauri in sincronia con il doppiaggio, così da dare la spiacevole sensazione che i personaggi comunichino tra loro telepaticamente. 
Ed ora alcune curiosità sul Pachyrhinosaurus canadensis, la specie protagonista di questo film. I pachirinosauri vissero nel cretaceo superiore, a latitudini anche elevate, i loro resti sono stati ritrovati principalmente in Alberta e in Alaska. Questi dinosauri erbivori vivevano in grandi branchi e compivano lunghe migrazioni. Il simpatico Patchi, una volta cresciuto, avrebbe potuto raggiungere la dimensione di sette metri di lunghezza per due metri e mezzo di altezza e due tonnellate circa di peso. I pachirinosauri appartenevano alla stessa famiglia del più conosciuto triceratopo: i ceratopsidi.
Il nome pachyrhinosaurus significa "lucertola dal naso spesso". La bocca dei pachirinosauri terminava in un grande becco, simile a quello degli attuali pappagalli, e serviva per strappare la vegetazione di cui si cibavano. I paleontologi ritengono che i pachirinosauri lottassero tra loro con scontri frontali e a testa bassa, più o meno come fanno ancora oggi alcuni animali, come ad esempio il bue muschiato. A questo forse servivano le due corna arrotondate che spiccavano sul grosso collare osseo di cui erano forniti. Grazie alle zampe posteriori ben sviluppate, il pachirinosauro poteva anche correre, raggiungendo modeste velocità. La coda di cui era dotato, massiccia e muscolosa, probabilmente serviva come difesa negli scontri ravvicinati con altri dinosauri. 




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