10/10/11

Naufraghi di Elin Hildebrand Ed.Oscar Mondadori

VOTO : 6 – scorrevole ma non appassionante

Quattro coppie di amici, così affiatati da sembrare una grande famiglia, vivono sull’isola di Nantucket. Quando però una coppia muore in un incidente in mare con una dubbia dinamica, gli equilibri si spezzano. Una vicenda narrata via via dalle diverse voci dei protagonisti, ognuno con i propri segreti e le proprie piccole o grandi colpe.
Evidentemente ci sono periodi della propria vita in cui tendiamo a ripetere gli stessi schemi, un po’ come si tende a scegliere compagni simili, nonostante i fallimenti delle relazioni precedenti. E’ la teoria dei rapporti – fotocopia.
A me sta succedendo con i libri. Ancora una volta ho scelto di leggere un romanzo che parla di una comitiva di amici, ancora una volta non mi ha fatto impazzire. Sarà perché a 40 anni mi rendo conto che dai tempi della scuola non ho più avuto un amico o un’amica decente e ora mi sembra di non averne mai avuti, così mi rifugio nei libri, cercando inconsciamente una risposta alle mie delusioni? Sarà che siamo destinati a ripetere sempre gli stessi errori senza imparare niente?
Un’altra delle mie recenti passioni, infatti, è riguardare per l’ennesima volta la serie completa di Sex and the city. Avete presente quel telefilm con Sarah Jessica Parker e le sue inseparabili amiche? A parte che è una serie divertente, però spesso mi trovo a guardare affascinata ed invidiosa quel rapporto stretto tra loro,  rapporto che non sono mai riuscita a creare con le mie amicizie. A volte per colpa mia, a volte per colpa altrui. 
Ad ogni modo, Naufraghi mi è piaciuto più che Il profumo del tè e dell’amore, ma non è niente di speciale. La narrazione da diversi punti di vista lo rende scorrevole ma talvolta i personaggi si ripetono un po’. Le spigolature che caratterizzano spesso queste compagnie claustrofobiche di amici sono ben rappresentate, anche se messe insieme fanno dubitare che questa amicizia fosse così solida fin dal principio.

Incipit :
IL CAPO
L’incidente era successo in mare, fuori dal territorio di sua competenza, ed era quindi strano che il Capo fosse stato il primo a venirlo a sapere. E’ il privilegio di chi ricopre una carica ufficiale: fungere da catalizzatore delle informazioni, da passaggio obbligato. Passava sempre tutto da lui.

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