20/11/11

la centrale di Elisabeth Filhol – Fazi Editore

VOTO : 9 – per riflettere sulle nostre scelte future

Una copertina semplice e drammatica: la pianura coperta da un cielo che minaccia tempesta, un piccolo capanno degli attrezzi e sullo sfondo, incombenti e minacciose come il cielo, le due torri di una centrale nucleare. Un piccolo libretto che poteva apparire insignificante, in mezzo agli altri. Anche il titolo è semplice, scarno, senza maiuscole. Ma questa copertina ha il potere di catalizzare l’attenzione con la sua semplicità.
La storia è molto semplice: un operaio addetto alla manutenzione dei reattori racconta la sua vita. Non è un fisico nucleare, soltanto un operaio. Con contratto a termine. Spesso il termine è definito dall’eccessiva esposizione alle sostanze radioattive, perché la legge stabilisce che oltre una certa dose non si può andare. E se hai preso, come succede al nostro protagonista, se hai preso una dose eccessiva ti ritrovi contaminato e senza la certezza di una paga. Devi reinventarti, trovare un’altra occupazione, magari sempre all’interno delle centrali, ma non più a contatto con il reattore e la sua morte invisibile. Perché il nucleare è anche questo, non soltanto quello dei grandi incidenti. Il nucleare contamina ed uccide tutti i giorni, lentamente. Gli operai che vi ruotano attorno sono spinti dalla paga superiore alla media di un operaio, ma anche dalla scossa di adrenalina che dà la vicinanza con il pericolo. Qualcuno non ce la fa, qualcuno ne rimane soggiogato, ma tutti alla fine vengono logorati da un lavoro che nessun uomo dovrebbe fare. Perché ( ma questa è soltanto la mia opinione personale) del nucleare la Terra non ne ha proprio bisogno!

Questo romanzo, breve ed intenso, mi è piaciuto più per la storia e la riflessione che porta con sé, che per lo stile. La scelta narrativa è incalzante e in tema con l’argomento, anche se spesso i salti spazio- temporali nella memoria del protagonista spiazzano un po’, facendo perdere il filo. Tra i protagonisti silenziosi del romanzo, Chernobyl, con il suo monito inascoltato dai governi mondiali.
Un libro da leggere e da far leggere, perché la follia del nucleare deve finire.

Incipit:
Tre dipendenti sono morti durante gli ultimi sei mesi, tre tecnici di ruolo ognuno dei quali aveva avuto una funzione di inquadramento o di controllo. E’ stato necessario prenderli sul serio per il loro gesto e ormai si parla di loro, che si conoscevano appena, come di tre fratelli d’armi, tutti e tre vittime della centrale e caduti sullo stesso fronte. Un fronte calmo.




Nessun commento:

Posta un commento